Come fare una talea di oleandro

Fino a pochi anni fa, l’oleandro rappresentava il simbolo floreale delle località balneari e lacustri. Attualmente, i suoi colori vibranti e l’inconfondibile profumo vanigliato caratterizzano le estati urbane. Il Nerium oleander, noto con il suo nome latino, si distingue come una delle piante più resilienti alle elevate temperature e all’inquinamento, particolarmente adatta alle condizioni soleggiate tra gli edifici.

Nonostante l’aspetto esotico, questa pianta è una specie autoctona intrigante, identificata da alcuni studi di paleobotanica come un residuo dell’antica flora che prosperava nel bacino del Mediterraneo ben 23 milioni di anni fa, in un’epoca caratterizzata da temperature medie superiori di sei gradi rispetto all’attuale e da un’abbondanza di CO2 nell’atmosfera. Pertanto, possiamo considerarla a pieno titolo una pianta sostenibile, resistente alle sfide del cambiamento climatico.

L’inizio dell’estate costituisce il momento ottimale per propagare l’oleandro attraverso la messa a radice di un rametto in acqua, noto come talea. Questo metodo non solo offre la possibilità di conservare un ricordo di una vacanza al mare, ma consente anche di ottenere nuove piantine indipendenti entro l’inverno, pronte a fiorire nella successiva primavera.

Adottando questa tecnica, è possibile trasformare i balconi in piccoli vivai, contribuendo a colorare giardini condominiali spogli o fornendo piante a chi si dedica a progetti sociali o al recupero delle periferie abbandonate. Seguiamo ora i passaggi di questa procedura punto per punto.

Come fare una talea di oleandro in acqua?

Per propagare l’oleandro immergendo un frammento nella radicazione in acqua, individuiamo un rametto semilegnoso (evitando i germogli appena spuntati e i rami troppo vecchi). La talea di oleandro selezionata, lunga circa 25 centimetri, non dovrebbe presentare fiori né boccioli. Utilizzando delle cesoie, recidiamo il ramo un centimetro sotto un nodo, ossia sotto il punto di attacco delle foglie.

Successivamente, eliminiamo la cima della talea tagliandola sopra il terzo o quarto nodo dal basso. Riduciamo quindi la lunghezza delle foglie rimaste nella parte superiore della talea, tagliandole da metà a un terzo della loro lunghezza.

Questa procedura mira a limitare la superficie fogliare, prevenendo la disidratazione della talea. In sintesi, otteniamo una talea di oleandro, eliminiamo le foglie lungo il fusto e dimezziamo il ciuffo nella parte superiore. Successivamente, sciacquiamo la base delle talee per rimuovere il lattice che fuoriesce dalle ferite (chiamato proprio così, con una “elle”), il quale, altrimenti, si solidificherebbe creando un “tappo” che impedirebbe ai rametti di assorbire acqua.

Collocare le talee di oleandro in un barattolo di vetro con due nodi immersi in acqua e posizionarle in un luogo luminoso, evitando la luce solare diretta. Da evitare l’uso di bottiglie, poiché il collo stretto ostacola la circolazione dell’ossigeno.

Talea di oleandro: quanto tempo ci mette a crescere?

Cambio l’acqua delle talee di oleandro quotidianamente per prevenire la proliferazione batterica. In presenza di torbidità intorno ai rametti, li sfregiamo delicatamente sotto il rubinetto con le dita per pulirli. Entro dieci giorni, noteremo la comparsa di puntini bianchi sui rametti; in due settimane, questi piccoli segnali si trasformeranno in radici. Una volta che queste radici raggiungono una lunghezza di 4-5 centimetri, procediamo al trapianto in terra. È consigliabile non attendere troppo, altrimenti le radichette potrebbero spezzarsi durante l’operazione.

Per il trapianto, prepariamo dei vasi con un diametro di circa 20 centimetri. Riempiamo i vasi per metà con un buon terriccio, posizioniamo con delicatezza tre talee di oleandro in ciascun vaso e successivamente completiamo con terra intorno alle nuove piantine. Pressiamo il substrato intorno alle talee con le dita e procediamo con un abbondante annaffiamento.

Successivamente, collocare i vasi in un’area ombreggiata e annaffiare regolarmente per evitare che il terreno si asciughi completamente. Dopo un mese dal trapianto, spostiamo gradualmente i vasi alla luce solare diretta. I nuovi germogli cresceranno rapidamente, e l’oleandro si svilupperà ad un ritmo di circa un metro all’anno o anche più.

L’oleandro è velenoso?

Gli oleandri si prestano facilmente alla coltivazione in vaso, a condizione di garantire un’esposizione adeguata al sole e una buona circolazione d’aria. La presenza di abbondante luce solare è fondamentale per stimolare la fioritura, mentre ambienti con aria stagnante, come piccoli cortili chiusi, possono favorire l’insorgere di infestazioni da cocciniglie.

Le varietà di oleandri più adatte ai contenitori sono quelle di dimensioni più contenute, come le varietà nane, ma anche gli oleandri classici possono prosperare in vaso. La limitata quantità di terreno del vaso ha un effetto “nanizzante” sulla pianta nel corso del tempo, con foglie sempre più piccole e una crescita limitata a pochi centimetri all’anno.

È consigliabile utilizzare un vaso con un diametro di circa 50 centimetri, riempito con terra di campo o terriccio specifico per agrumi. Tuttavia, vale la regola generale applicabile alle piante in vaso, che dipendono dalle cure umane in quanto non sono in grado di procurarsi autonomamente l’umidità. Pertanto, è necessario innaffiare regolarmente e fornire concime dalla primavera alla fine dell’estate. Un aspetto cruciale è ricordare di irrigare gli oleandri e tutte le piante sempreverdi in vaso anche durante la stagione invernale.

L’oleandro in vaso

Gli oleandri si prestano bene alla coltivazione in vaso, a patto che siano esposti a una quantità sufficiente di sole e godano di una buona ventilazione. La presenza di un’adeguata esposizione solare è fondamentale per stimolare la fioritura, mentre in ambienti con scarsa luminosità gli oleandri potrebbero non sviluppare fiori. Situazioni di scarsa circolazione d’aria, come nei piccoli cortili chiusi, possono favorire l’insorgere di infestazioni di cocciniglie.

Le varietà nane sono particolarmente adatte per essere coltivate in fioriere, ma anche gli oleandri classici possono prosperare in contenitori. La limitata quantità di terreno nel vaso ha un effetto “nanizzante” sulla pianta nel corso del tempo, con foglie sempre più piccole e una crescita contenuta a pochi centimetri l’anno.

Per ottenere i migliori risultati, si consiglia di utilizzare un vaso con un diametro di circa 50 centimetri, riempito con terra di campo o terriccio specifico per agrumi. Tuttavia, vale la regola generale applicabile alle piante in vaso, che sono dipendenti dalle cure umane in quanto non possono reperire autonomamente l’umidità necessaria.

Pertanto, è importante innaffiare regolarmente e fornire concime dalla primavera alla fine dell’estate. Un aspetto cruciale è ricordare di irrigare gli oleandri e tutte le piante sempreverdi in vaso anche durante la stagione invernale.

L’oleandro nella siepe

L’oleandro è una pianta sempreverde da siepe tra le più facili e presenta molti vantaggi, ma teniamo conto che cresce parecchio perciò dobbiamo intervenire regolarmente con le potature se non abbiamo molto spazio a disposizione. I suoi rami sono molto elastici e resistono bene alle sferzate del vento, anche vicino al mare, così come tollerano la salsedine, perciò possiamo creare delle siepi frangivento sia lasciando crescere gli oleandri in forma naturale, sia potandoli “a muro”.

A differenza di altre specie, inoltre, tollerano la competizione radicale degli alberi e riescono a crescere anche sotto i pini e sotto gli eucalipti (che normalmente uccidono le piante vicine), purché gli arrivi sole a sufficienza. In più, riescono a rinascere dalle radici dopo gli incendi e dopo le mareggiate, perciò funzionano bene per delimitare i terreni di campagna e di mare. Se vogliamo utilizzarli per una siepe mista, possiamo accostarli a piante mediterranee con cui normalmente crescono anche negli ambienti naturali, come il tamerice, l’agnocasto e il corbezzolo.

Talee di oleandro in serra: quando e come farle

Quella che abbiamo descritto su, infatti, è una piccola serra autoprodotta. Le talee di oleandro vi vanno lasciate per circa 3 mesi, durante i quali saranno comparse le prime foglie nel giro di 50 – 60 giorni. Occorre esporre le piantine all’ombra luminosa (una serra solare ombreggiata sarebbe perfetta) evitando il sole diretto che potrebbe seccarle.

C’è chi preferisce propagare le talee immergendole in acqua, avendole prima trattate con un ormone radicante, una polvere da diffondere sulle radici. Successivamente, anche queste talee si depositano nel terreno; non tutti amano questo step aggiuntivo che, in parte, è visto come una forzatura dei tempi naturali di crescita.

Alcune precauzioni per la sua coltivazione

L’oleandro, capace di svilupparsi da una talea semilegnosa, è in grado di moltiplicarsi e raggiungere un’altezza di 3 o 4 metri pure con poca acqua a disposizione. Le uniche accortezze necessarie sono legate al suo contenuto di alcaloidi che può risultare velenoso, specie per gli animali. È dunque necessaria massima premura nel maneggiarlo, utilizzando sempre guanti e lavando le mani. Va evitata perfino la bruciatura dei resti della potatura, le cui esalazioni sono pericolose. Proprio perché pericolosa, è sempre meglio affidarsi ad un esperto giardiniere ed evitare così spiacevoli situazioni. Potete richiedere un preventivo comodamente dal nostro sito.

In che periodo si fanno le talee di oleandro?

Le talee di oleandro vengono generalmente fatte nel periodo primaverile o all’inizio dell’estate, quando la pianta è in fase di crescita attiva. Il periodo ideale per la propagazione tramite talee di oleandro solitamente si colloca tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, in modo che le talee possano beneficiare delle condizioni favorevoli di crescita.

Ecco una breve guida su quando fare le talee di oleandro:

  1. Primavera-Estate: La maggior parte dei giardinieri preferisce fare le talee di oleandro durante la primavera o all’inizio dell’estate. Questo periodo offre alle talee temperature più calde e giornate più lunghe, favorendo la formazione delle radici.
  2. Clima Mite: È importante scegliere un periodo in cui il clima è mite, evitando le giornate estremamente calde che potrebbero stressare eccessivamente le talee.
  3. Crescita Attiva: Optare per il periodo in cui l’oleandro è in fase di crescita attiva, poiché questo favorisce una risposta più vigorosa alla propagazione.

Ricorda che le condizioni climatiche possono variare a seconda della tua regione, quindi è sempre una buona idea osservare attentamente la pianta e scegliere un momento in cui sia nelle condizioni ottimali per la propagazione.