L’alchechengi, un frutto insolito semplice da coltivare

Avete mai sentito parlare dell’alchechengi? Questo piccolo cespuglio è non solo bello e facile da coltivare, ma ogni autunno offre deliziosi e benefici frutti. È famoso per i suoi fiori a forma di lanterna e viene spesso utilizzato come pianta ornamentale da giardino.

L’alchechengi, noto anche come Alkekengi, è una pianta esotica di dimensioni contenute, con un’altezza che può raggiungere i 90 cm. Fa parte della famiglia delle solanacee, la stessa delle patate, peperoni e pomodori.

La pianta dell’alchechengi (Physalis alkekengi) è riconoscibile per il suo distintivo involucro arancione brillante che protegge il frutto, visibile da fine luglio fino all’autunno. Questa caratteristica le ha valso il soprannome di “lanterne rosse” per la sua somiglianza con le lampade tradizionali cinesi. Oltre ad essere affascinante, i suoi frutti la rendono un elemento decorativo ideale per giardini, orti e anche in vasi per balconi e terrazzi. Trovatela nei recenti allestimenti dei nostri Centri di Giardinaggio di Novara e Vercelli in questi giorni; ne rimarrete soddisfatti!

Pur avendo origini lontane, si adatta perfettamente alla coltivazione in Italia. Non necessita di cure particolari e produce frutti che cambiano colore dal verde al giallo/arancione e infine al rosso.

Ma non è tutto: produce anche delle bacche incredibilmente gustose. Se non le avete ancora assaporate, fatelo al più presto! Sono così deliziose che vorrete sicuramente aggiungere l’alchechengi al vostro orto.

Cos’è l’alchechengio

L’alchechengio (nome scientifico: Physalis spp.) è una pianta perenne che fa parte della famiglia delle Solanaceae. Questa pianta è strettamente imparentata con la patata e il pomodoro. Una delle sue principali attrattive è l’aspetto ornamentale, dovuto ai suoi distintivi fiori a calice che assomigliano a piccole lanterne.

È una pianta rustica che predilige la luce solare, ma non in eccesso. Ha una buona resistenza ai parassiti e alle malattie e si adatta a diversi tipi di terreno, anche se ha una preferenza per quelli freschi.

Mentre le sue “lanterne” sono ampiamente riconosciute e apprezzate, non tutti sono a conoscenza delle sue bacche commestibili. Queste bacche possono essere gustate in diverse forme: candite, ricoperte di cioccolato o trasformate in marmellate. Tuttavia, è essenziale ricordare che solo le bacche sono commestibili; tutte le altre parti della pianta sono da evitare.

Esistono diverse specie di alchechengio, ma non tutte producono bacche adatte al consumo. Le principali specie commestibili sono:

  • Alchechengi comune (Physalis alkekengi): riconoscibile dalle sue lanterne di colore arancione.
  • Alchechengi annuale (Physalis pubescens): questa specie ha un portamento prostrato e non supera i 25 cm di altezza.
  • Alchechengi giallo-dolce (Physalis peruviana): è la specie più utilizzata a scopo alimentare.

Le due principali specie di alchechengio adatte al consumo sono l’alchechengio selvatico e quello peruviano. Le tecniche di coltivazione sono simili per tutte le specie.

Come coltivare l’alchechengio

La coltivazione dell’alchechengi non richiede un terreno particolarmente specifico, ma ci sono alcune precauzioni essenziali da seguire. Prima di tutto, è fondamentale evitare di piantare l’alchechengi in un terreno dove, l’anno precedente, sono state coltivate altre solanacee.

Un altro aspetto cruciale riguarda l’irrigazione e il drenaggio del terreno. L’acqua è essenziale per la crescita sana dell’alchechengi, ma è altrettanto importante garantire che l’acqua in eccesso possa defluire facilmente.

Se si decide di coltivare l’alchechengi in vaso, è consigliabile mettere sul fondo un generoso strato di argilla o di un altro materiale simile. Questo passaggio previene il ristagno d’acqua, che potrebbe causare la formazione di muffe o, nel peggiore dei casi, un marciume radicale, danneggiando irreparabilmente la pianta.

L’alchechengio è una pianta affascinante, non solo per la sua bellezza ornamentale ma anche per i suoi frutti saporiti. Se stai pensando di aggiungere questa meraviglia al tuo giardino, ecco una guida dettagliata su come coltivarla:

Inizio della Coltivazione:

La semina dell’alchechengi segue un processo simile a quello del pomodoro. L’approccio ideale prevede l’utilizzo di un semenzaio a partire dalla fine dell’inverno. È consigliato coltivare la pianta indoor durante i suoi primi due mesi di crescita. Solo quando le temperature si stabilizzano e superano i 15 gradi, anche durante le ore notturne, si può pensare al trapianto in campo aperto. Dato che l’alchechengi proviene da regioni tropicali, ha una particolare sensibilità al freddo. Questa caratteristica, se non gestita correttamente, può influire sulla crescita dell’arbusto, facendolo diventare nana in maniera irreversibile.

Piantumazione:

Prepara un vasetto con una piccola buca al centro. Inserisci un paio di semi e copri con terra. Dopo, annaffia leggermente.

Fase di Germinazione:

Posiziona i vasetti in un ambiente riscaldato e attendi la germinazione. Una volta germogliate, assicurati di annaffiare le piantine evitando ristagni d’acqua.

Processo di Trapianto:

Quando le piantine hanno sviluppato la quarta foglia, è il momento di trasferirle in vasetti individuali. Dopo la metà di aprile, quando il rischio di gelate si riduce, puoi trapiantarle in piena terra, mantenendo una distanza di 100 cm tra una pianta e l’altra.

Tuttavia, la tempistica precisa dipende molto dal clima e dalla temperatura della zona in cui si vive. Per chi risiede nel sud Italia, è possibile anticipare il trapianto e trasferire le piantine in campo aperto già a partire da marzo. Al contrario, in zone con un clima più freddo, potrebbe essere necessario posticipare il trapianto di un mese o anche più. Per quanto riguarda il terreno, l’ideale per l’alchechengi è un suolo con un ph neutro e con buone capacità di drenaggio. Per preparare al meglio il terreno, è consigliato effettuare una vangatura profonda almeno 10-15 giorni prima del trapianto.

Nutrizione della Pianta:

Dopo alcune settimane dal trapianto, è consigliabile concimare l’alchechengio con un prodotto ricco di potassio. Questo aiuterà a garantire una fioritura abbondante e frutti gustosi. In termini di concimazione, l’alchechengi non ha esigenze particolarmente elevate. Tuttavia, è sempre una buona pratica arricchire il terreno con un concime equilibrato che fornisca anche sostanza organica. Una soluzione potrebbe essere l’aggiunta di 2-3 kg di compost maturo per ogni metro quadro di terreno. Durante la fase di fruttificazione, l’alchechengi ha un bisogno particolare di potassio. Pertanto, potrebbe essere utile programmare una concimazione specifica in un momento successivo per soddisfare questa esigenza.

L’alchechengi, avendo origini tropicali, ha bisogno di un terreno costantemente umido. Di conseguenza, l’irrigazione gioca un ruolo cruciale nella sua cura. Sebbene sia essenziale irrigare con regolarità per garantire un apporto costante d’acqua alle radici, è altrettanto importante evitare eccessi idrici. Un’irrigazione eccessiva può infatti danneggiare la pianta e favorire l’insorgenza di malattie nocive.

Cura e Manutenzione:

Durante la crescita, rimuovi le infestanti e assicurati di annaffiare regolarmente, specialmente durante i mesi estivi.

Preparazione per la Nuova Stagione: Al termine della stagione fredda, pota i rami secchi per stimolare una crescita rigogliosa nella stagione successiva.

Seguendo questi passaggi, l’alchechengio diventerà una splendida aggiunta al tuo giardino, regalandoti non solo un tocco estetico ma anche gustosi frutti da gustare.

Come e quando si raccoglie l’alchechengio

La raccolta dell’alchechengio è un momento speciale che si svolge indicativamente da metà agosto o inizio settembre e prosegue fino alla fine dell’autunno. Durante questo periodo, le lanterne della pianta iniziano a seccarsi, rivelando la preziosa bacca al loro interno. Una delle meraviglie di questa pianta è il suo calice: dopo la fioritura, i sepali crescono e avvolgono la bacca, formando una sorta di lanterna protettiva.

Con il passare del tempo, questa lanterna cambia aspetto e, mentre il frutto matura, diventa un delicato reticolo che permette di intravedere il frutto colorato al suo interno. Questa trasformazione non è solo un fenomeno affascinante da osservare, ma è anche il segnale che indica che è giunto il momento di raccogliere l’alchechengio.

Durante la raccolta, è importante procedere con delicatezza, utilizzando le mani per prelevare i frutti. Se si incontra qualche resistenza, è consigliabile utilizzare una forbice ben affilata per tagliare il peduncolo, garantendo così una raccolta accurata senza danneggiare né la pianta né il frutto.